Sfida Merkel-Schulz si riduce la distanza L’ incognita alleanze

IL MESSAGGERO 24 Settembre 2017 

Oggi le elezioni per il rinnovo del Parlamento: lo scarto è sceso a 13 punti. Si teme l’ exploit dei populisti di destra

LO SCENARIO BERLINO La Germania è chiamata oggi al voto: 61,5 milioni gli aventi diritto, ma la crocetta che faranno avrà conseguenze non solo per gli 82 milioni di tedeschi ma anche per i 500 milioni di cittadini dell’ Ue, e non solo. La Germania è la superpotenza del continente e che sia la forza economica,  il peso politico o lo spazio negoziale che occupa nei dossier internazionali, le ripercussioni sono globali. Queste elezioni, al di là della apparente sonnolenza della campagna, sono messaggere di scosse senza precedenti. LE PREVISIONI Lo scenario presenta un paio di costanti e diverse incognite: l’ Unione cristiano democratica Cdu-Csu si confermerà primo partito e la cancelliera Angela Merkel guiderà con ogni probabilità il prossimo governo, il quarto, avviandosi a eguagliare i 16 anni di Kohl. Quanti voti conquisterà (i sondaggi cambiano, in peggio, di continuo: lo scarto con Schulz nelle ultime settimane si è ridotto da 29 a 13 punti) e con chi potrà allearsi però è un mistero. Se solo poche settimane fa sembrava ci fossero per lei quattro opzioni, adesso sembrano solo due: una grande coalizione con i socialdemocratici (Spd) o una con Liberali (Fdp) e Verdi, detta Giamaica dai colori della bandiera dell’ isola. La grande incognita è la Spd: il partito che fu di Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schröder rischia l’ implosione e un Bundestag con una Spd in agonia non sarebbe certo positivo per la Germania. LA PARABOLA Quattro anni fa la Cdu-Csu ottenne il 41,5% e la Spd 25,7%. Adesso sono sul 34%-36% e 21%-22%. Per la Spd significherebbe battere il suo record negativo del 2009 (23%). Lo sprint impresso dalla scesa in campo dello sfidante Martin Schulz, che aveva fatto risalire la Spd al 30%, si è volatilizzato. Le chance di risalire la china sono zero. La cancelliera vincerà anche se penalizzata di 5-6 punti. Quattro anni fa due partiti erano rimasti sotto la soglia del 5%: la Fdp col 4,8%, e la AfD, il partito fondato proprio nel 2013 dall’ economista Bernd Lucke per protesta alla crisi dell’ euro col 4,7%. Nel frattempo Lucke se n’ è andato e il partito ha sterzato a destra cavalcando la crisi dei migranti. Schulz li ha definiti i «becchini della democrazia». I sondaggi danno per certo il ritorno al Bundestag dei liberali e l’ ingresso dell’ AfD: tutti voti (sul 10% e 12%-13%) che erodono il potenziale degli altri partiti. Il prossimo Parlamento avrà sei gruppi parlamentari, due di più (Cdu-Csu, Spd, Fdp, Verdi, Linke e AfD), sarà più numeroso (fino a 700 seggi contro 630) e avrà per la prima volta dagli anni 50 un partito più a destra della Cdu-Csu. Probabile che l’ AfD diventi la terza forza davanti a Liberali, Verdi e Linke: guiderebbe l’ opposizione e i suoi capigruppo (Alexander Gauland e Alice Weidel) prenderebbero la parola dopo la cancelliera. E avrebbe diritto alla presidenza della commissione bilancio, la più importante. I COMIZI Fino all’ ultimo, ieri nei rispettivi collegi (Meclmeburgo e Aquisgrana), Merkel e Schulz hanno chiesto il voto degli elettori ma nella voce c’ era un velo di rassegnazione: «Stiamo a vedere», ha detto la Merkel. «Vada come vada, è stata una magnifica campagna elettorale», si è congedato Schulz. Oggi alle 18.01 si saprà come è finita. In ogni caso si prevede che le trattative per il governo saranno lunghe. Il 24 ottobre, dovrà tenersi la seduta costituente del Bundestag, ma i colloqui andranno avanti. L’ ultima volta ci sono voluti tre mesi: il giuramento del governo ci sarebbe per Natale. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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