IL MESSAGGERO 2 Ottobre 2017
L’ INTERVISTA BERLINO Dopo sette anni di restauri (4 più del previsto) e 400 milioni di euro (quasi il doppio del preventivato), riapre la Staatsoper Unter den Linden, il teatro che fu di Wilhelm Furtwängler, Erich Kleiber e oggi di Daniel Barenboim. L’ inaugurazione è il 3 ottobre, festa nazionale tedesca, e in platea ci saranno la cancelliera Angela Merkel e il presidente Frank-Walter Steinmeier: Barenboim dirigerà la Staatskapelle in Scene dal Faust di Goethe di Robert Schumann (regia Jürgen Flimm). Poi l’ 8 Lucia Ronchetti presenterà in prima mondiale l’ opera da camera Rivale. 54 anni, romana, Ronchetti ha iniziato la parabola artistica in Germania (fu Hans Werner Henze a volerla, appena 30enne, alla Biennale di Monaco). È sposata con lo psicanalista Marco Innamorati con cui ha avuto i figli Carlo e Sara. Nel 2016 il Massimo di Palermo le ha commissionato l’ opera Inedia prodigiosa, coprodotta dall’ Accademia di Santa Cecilia e Romaeuropa Festival. Sarà al Parco della Musica il 21 gennaio con la direzione di Ciro Visco. Per la riapertura, la Staatsoper le ha commissionato (prima donna ad avere questo onore) un’ opera: Rivale, che sarà presentata in prima mondiale nella Neue Werkstatt, il palcoscenico contemporaneo della Staatsoper. Si ispira alla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, capitolo di Tancredi e Clorinda, su libretto del 700 del francese Antoine Danchet. La prima opera sul tema fu di Monteverdi, che affidò alla figura di Testo la voce narrante. La Ronchetti la affida a una viola. Una sola voce femminile: il mezzosoprano Amira Elmadfa, di origine palestinese, ensemble composto di una viola, ottoni e percussioni metalliche, regia Isabel Ostermann, maestro Max Renné. L’ opera racconta dell’ amore fra Clorinda, una principessa musulmana, e Tancredi, il nemico che guida i crociati alla presa di Gerusalemme. È stata l’ attualità ad ispirarla? «Ho letto tanti libretti in francese e raramente ho ricevuto un impatto così forte come con Danchet, grandissimo scrittore e librettista di teatro musicale. La sua Clorinda preannuncia la psicologia francese e il linguaggio proustiano. Un francese che è già musica, morbido, scolpito». Che impressione fa da italiana ricevere principalmente commissioni dalla Germania? «Un grandissimo onore e piacere, e orgoglio naturalmente. Le istituzioni tedesche sono molto serie, ti seguono e si assumono responsabilità. La musica è un linguaggio universale e quindi non dovrebbe sorprendere che una compositrice italiana lavori all’estero. All’inizio, quando penavo a farmi strada in Italia, ne soffrivo, ma adesso, dopo che in Germania ho trovato tante opportunità, penso sia normale: l’ assenza di confini, rispecchia l’ universalità della musica». Cosa la affascina del personaggio di Clorinda? «La giovanissima età e l’ essere una principessa musulmana che si fa guerriera non per necessità ma per volontà, negando tutto ciò che comunemente si associa a una musulmana. Al contempo Clorinda è una persona che fa il salto nell’abisso perché riconosce di essersi innamorata del nemico». Uno scontro di civiltà? «Sì, lei vive questo conflitto interiore con molta consapevolezza, è guerriera e al tempo stesso sensibile, analizza la sua condizione con grande profondità. Un personaggio molto contemporaneo, al confine tra le due culture. Tasso è incredibilmente visionario nel creare il personaggio di Clorinda. Inoltre, curiosa coincidenza, il caso ha voluto che la cantante protagonista della Rivale sia una giovane tedesca di origine palestinese». Progetti e sogni ancora da realizzare? «Ho in cantiere degli importanti progetti in Germania e Francia, sono sogni straordinari che si realizzano, ma certo il grande sogno per me sarebbe che tutto questo fosse possibile anche in Italia, dove ci sono molte meno possibilità perché mancano gli investimenti. C’ è poca attenzione per la musica e per la formazione delle nuove leve. E manca una adeguata considerazione per la figura del compositore quale artista e ricercatore». Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.