Il dietrofront di Schulz: dopo il no alla Merkel ora è pronto ad allearsi

IL MESSAGGERO 25 Novembre 2017

Il leader della Spd: «Sulla grande coalizione deciderà la base» Intanto il partito cerca un successore: favoriti Nahles e Scholz

LA TRATTATIVA BERLINO Per ora, a parte i sondaggi euforici iniziali, e quel 100% con cui il congresso Spd lo ha eletto leader a marzo, Martin Schulz non ne ha azzeccata una. Adesso rischia di doversi rimangiare la parola data, di aprire alla Grosse Koalition, e di perdere la
faccia se non la poltrona. Alle elezioni il 24 settembre ha portato a casa il peggior risultato nella storia del partito socialdemocratico (20,5%). La sera del voto, si è precipitato a escludere una nuova Groko con Angela Merkel. E appena falliti i colloqui per una coalizione Giamaica fra Cdu-Csu, liberali e verdi, ha sparato sull’ arena politica ancora tramortita dal flop delle trattative, l’ idea di nuove elezioni. Tutte proposte avventate, senza lungimiranza strategica, che azzeravano i margini negoziali e impedivano un dietrofront. I DUBBI DELLA SPD È bastato poco perché nel partito cominciassero i dubbi sulla linea adottata e su Schulz stesso. Domande su domande e critiche: ma il motto della Spd non era prima il Paese, poi il partito? E cosa si corre a fare se non per aspirare a governare? Poi magari anche argomenti meno nobili come l’ interesse dei deputati eletti, già decimati, a non rischiare di perdere lo scranno appena conquistato tornando al al voto. Con nuove elezioni il rischio di finire ancora peggio, sotto il 20%, esiste dato che gli elettori potrebbero vendicarsi alle urne. Un appello pressante del presidente Frank-Walter Steinmeier ai partiti ma diretto soprattutto alla Spd ad assumersi le loro responsabilità e dare un governo stabile al Paese ha impresso una nuova dinamica all’ impasse politico e indotto un cambio di rotta nella Spd. La prospettiva di una Groko sembra ora reale, si sta studiando solo il modo nella Spd di salvare la faccia. Il capo dello Stato ha avuto colloqui con tutti i leader ma quello più importante è stato, giovedì, con Schulz. Giovedì prossimo il presidente poi ha convocato tutti e tre i leader della potenziale Groko, Merkel, Schulz e Horst Seehofer (Csu). Steinmeier, anche lui Spd e con navigata esperienza di grandi coalizioni (è stato due volte ministro degli esteri della Merkel), è contrario a nuove elezioni. Lo era anche da ministro alla cancelleria quando nel 2005 Gerhard Schröder volle a tutti i costi elezioni anticipate sperando di sedare la rivolta nel partito per l’ Agenda 2010. Le elezioni poi finirono come finirono: Schröder perse e vinse la Merkel che iniziò la sua lunga stagione alla cancelleria (12 anni). Un’ ora e un quarto in confessionale da Steinmeier e otto ore di riunione fino a notte alta venerdì nel Willy Brandt Haus, la sede della Spd a Berlino, hanno portato a un’ inversione di marcia. Dopo «l’ appello drammatico» di Steinmeier al dialogo, le cose sono cambiate, ha detto più o meno Schulz. Se si dovesse andare a una qualsiasi forma di governo, è chiaro, ha sottolineato, che «la base sarà consultata». Ovvero lo scenario di grande coalizione con la Cdu-Csu sarà sottoposto al voto del congresso Spd del 7-9 dicembre. Una mossa che ha il sapore di una riassicurazione per il partito, e soprattutto Schulz, per non perdere del tutto la faccia. NESSUN AUTOMATISMO La cancelliera ha già detto di essere pronta a parlare con tutti inclusa la Spd. Non esiste però un automatismo, ha precisato Schulz: si dovrà negoziare ed è probabile che la Merkel debba fare più di una concessione. Quanto Schulz potrà reggere non è chiaro: lo scenario dimissioni per ora nella Spd è stato smentito da tutti: nessuno le ha chieste e lui non le ha offerte, ha detto la capogruppo Andrea Nahles. Schulz si ricandida alla leadership al congresso ed è probabile che venga confermato in attesa magari di un momento più propizio per un cambio della guardia con il borgomastro di Amburgo Olaf Scholz o la stessa Nahles. Possibile anche che per lui ci sia un ministero nella Groko, il che consentirebbe al partito di organizzare una elegante successione. Ma è possibile anche che la base si ribelli e bocci la grande coalizione: un assaggio è giunto ieri dal congresso dei giovani Spd (Juso) che ha bocciato compatta la Groko e annunciato battaglia. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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