IL MESSAGGERO 8 Dicembre 2017
La base del partito socialdemocratico ha dato l’ ok all’ apertura dei negoziati con la cancelliera Merkel. Schulz cercherà di trovare una mediazione con la Cdu ma in caso di impasse non è escluso il ritorno alle urne
LA TRATTATIVA BERLINO Il mal di pancia per la disfatta elettorale è grande e il partito è dilaniato fra frustrazione e rabbia: al congresso Spd a Berlino, i 600 delegati socialdemocratici, dopo ore di dibattito, hanno accolto ieri a grande maggioranza la proposta della direzione per colloqui con i cristiano democratici della cancelliera Angela Merkel. Colloqui però «dall’ esito aperto», formuletta aggiunta in extremis per tacitare i riottosi e sottolineare che il traguardo può essere sia una grande coalizione con la Cdu-Csu, sia un governo di minoranza, o anche nuove elezioni. In un discorso di 80 minuti, il leader Martin Schulz, responsabile del disastro alle elezioni a settembre (20,5%), si è scusato per la sconfitta e ha chiesto la fiducia per la riconferma nell’ incarico. Ce l’ ha fatta con l’ 81,9% dei voti: siamo lontani dal risultato plebiscitario del 100% con cui era stato eletto dal congresso solo nel marzo scorso, ma comunque rispettabile e superiore alle aspettative. Nel suo intervento, l’ ex presidente del Parlamento europeo ha cercato anche indicare un tema su cui costruire il progetto di una ipotetica grande coalizione (Groko): l’ Europa. Entro il 2025 gli Stati Uniti d’ Europa con una propria Costituzione. Proposta non nuova a dire il vero e a cui la Merkel ha subito reagito dicendo picche. IN SALITA I vertici Spd si sono detti in prevalenza per colloqui con la Cdu-Csu, la base no. Il più esplicito è stato il leader Juso, l’ organizzazione giovanile Spd, Kevin Kühnert, promessa Spd, che era apertamente contrario (ma la sua mozione non è passata), e che ha anche attaccato Schulz: «forse non è stata la migliore campagna elettorale di tutti i tempi e neanche il miglior programma dai tempi di Willy Brandt», ha ironizzato. Per molti nel partito una nuova Groko, ributtarsi nelle braccia della Merkel, è suicidio. Finora, argomentano, tranne una sola volta nel 1969, è andata a finire sempre male. Solo quest’ anno, rispetto al 2013, la Spd ha perso 1,7 milioni di voti e circa 10 dallo storico risultato del 1998, quando Gerhard Schröder sconfisse Helmut Kohl. Il sì del congresso apre ora la strada a un primo incontro, la settimana prossima, con i leader Cdu e Csu, la Merkel e Horst Seehofer. Il 15 poi la direzione Spd si riunirà per decidere se avviare colloqui esplorativi, che comincerebbero a gennaio. Ma il tormento per la Spd non finisce qui: sull’ avvio di colloqui veri e propri dovrà decidere un congresso straordinario, mentre sull’ accordo di governo con la Cdu-Csu, se mai ci si arrivasse, la base sarebbe comunque chiamata a pronunciarsi con voto per lettera. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.