IL MESSAGGERO 26 Febbraio 2019
IL PERSONAGGIO BERLINO Il monumento non è crollato ma mostra vistose crepe: Daniel Barenboim, ex enfant prodige e oggi genio musicale planetario, è accusato da numerosi musicisti della sua orchestra, la prestigiosa Staatskapelle della Staatsoper Unter den Linden a Berlino, di comportamento aggressivo, arrogante, grossolano e iracondo. Divino con le note, poco con gli umani, insomma. Le denunce dei musicisti, una dozzina, sono partite in forma anonima sul magazine musicale online VAN ai primi di febbraio. Nel frattempo però tre musicisti si sono fatti avanti con nome e cognome e da un paio di giorni il caso campeggia su tutti i quotidiani tedeschi, inclusa la popolarissima Bild che parla di «Gravi denunce contro il direttore star», accusato di umiliazioni, offese e aggressioni fisiche. Scoppi di ira, sfoghi di rabbia, altalena di umori, umiliazioni alle prove, e anche strattoni e scossoni con le mani. IL TIMPANISTA HILGERS Willi Hilgers, timpanista, con Barenboim dal 1998 al 2013 e ora nell’ orchestra dell’ Opera di Stato bavarese, racconta che aveva paura del maestro durante le prove, si sentiva umiliato e intimidito e in tanti anni lui non l’ha mai chiamato col suo nome ma solo timpani. Ha sofferto di pressione alta, ansia, depressione e andava avanti a forza di beta-bloccanti e antidepressivi. Barenboim diceva che non aveva ritmo, ma successivi direttori del musicista, Kent Nagano e Kiril Petrenko, non la pensano così. In ogni caso da quando è a Monaco i suo disturbi fisici e psichici sono finiti. Anche Martin Reinhardt (trombone), dal 2002 al 2013 con Barenboim e oggi a Copenaghen, dice che aveva paura delle prove e di avere sofferto di stress e insonnia: «Cambiava umore dal nulla, oppure si scaricava prendendosela con qualcuno». Il maestro ha respinto le accuse ma ha ammesso di non essere un agnellino, di avere un temperamento latinoamericano (è nato in Argentina), di avere ogni tanto attacchi di ira di cui si pente. Il fine è la ricerca della perfezione. A suo dire dietro c’è una campagna per impedire il rinnovo del suo contratto, i cui negoziati con il responsabile alla cultura del Land di Berlino, Klaus Lederer, sono in corso. Barenboim è a Berlino dal 1992 e in 26 anni ha portato la Staatskapelle, da orchestra locale della Ddr a una delle migliori al mondo. Proverbiali i suoi negoziati per ottenere per l’orchestra e se stesso il migliore trattamento finanziario di tutte le istituzioni musicali a Berlino. Di questo status hanno beneficiato anche i musicisti, il che potrebbe spiegare il loro silenzio finora: concerti, opere, tournee, incisioni, successi, denaro. In parallelo Barenboim è stato direttore della Chicago Symphony Orchestra, della Scala, oltre ad avere fondato nel 1999 la West Eastern Divan Orchestra, e nel 2015 l’Accademia Said-Barenboim per giovani musicisti palestinesi e israeliani (sostenuta con 20 milioni dallo Stato tedesco), con relativa sala per concerti disegnata pro bono dall’archi-star Frank Gehry. LA SCADENZA DEL 2022 Nel 2000 la Staatskapelle ha nominato Barenboim Chefdirigent a vita ma il contratto che conta è quello di direttore musicale generale, che scade nel 2022, quando avrà quasi 80 anni. Si tratta ora per un eventuale rinnovo, al maestro piacerebbe. Il sovrintendente Matthias Schulz assicura che l’orchestra è col maestro e ha promesso colloqui chiarificatori con tutti. Barenboim si sa è un grande talento: sul podio, al piano, per la pace in Medio Oriente, le nuove leve. Il crepuscolo per lui, forse, non è ancora arrivato ma Berlino, scrive la Welt, farebbe bene a trovarsi un successore nel 2022. Al maestro rimarrebbe l’Accademia: aggrapparsi alla poltrona non sarebbe bello a 80 anni. Al suo posto potrebbe arrivare l’austriaco Franz-Welser Möst, legato alla Cleveland Orchestra fino al 2022. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Personaggio molto strano! Certo le crisi isteriche non sono solo delle donne ed anche i geni hanno le loro debolezze…..sarà un perfezionista e, immagino, se uno sbaglia una virgola e in questo caso stona una nota andrà su tutte le furie….Barenboim suona onomatopeico al suo agire 🙂
perfezionista di sicuro, ma collerico pure…il problema e’ ora se si mette in moto una slavina…