(C) Der Spiegel
IL MESSAGGERO 7 Luglio 2019
LO SCONTRO BERLINO Da Saulo a Paolo: la conversione di Horst Seehofer. Per una volta il lupo si fa agnellino e il ministro degli interni tedesco, super falco finora sulla migrazione, ha invocato ieri i valori cristiani e chiesto a Matteo Salvini di aprire i porti. Finora aveva unicamente fama di falco. Sotto la sua egida sono passate al Bundestag una serie di leggi restrittive su accoglienza, asilo, espulsioni e difesa confini. E vivo è ancora il ricordo del suo scontro con la cancelliera Angela Merkel sulla politica dell’ accoglienza nell’anno di crisi 2015. Adesso, dopo che tutti i politici in Germania hanno spezzato una lancia in favore di Carola Rackete, la capitana tedesca della Sea Watch 3, incluso il presidente Frank-Walter Steinmeier, anche Seehofer si è eretto a paladino dell’accoglienza. «I NOSTRI COMUNI VALORI» Quattro giorni dopo la Sea Watch, due nuove navi cariche di migranti sono a Lampedusa. Venerdì Salvini ha scritto a Seehofer invitandolo a incaricarsi della nave tedesca, la Alan Kurdi dell’ong di Ratisbona Sea Eye. Seehofer, cattolico, della Csu bavarese, gli ha risposto ieri con un’altra lettera chiedendogli di cambiare politica e aprire i porti. «Non si può accettare che navi con persone salvate a bordo girino per settimane nel Mediterraneo perché non trovano un porto», «le rivolgo un pressante appello a rivedere la sua posizione di non voler aprire i porti italiani». Invocando la responsabilità europea e «i nostri comuni valori cristiani», Seehofer dice che non si possono fare differenze sulle singole organizzazioni, da dove venga l’equipaggio o quale bandiera battano. «Assolutamente no», la risposta di Salvini. Piuttosto, ha detto, «chiediamo al governo Merkel di ritirare la bandiera tedesca a navi che aiutano trafficanti e scafisti, e di rimpatriare i loro cittadini che ignorano le leggi italiane». La Alan Kurdi tedesca, con 65 migranti a bordo, era in attesa ieri davanti a Lampedusa, fuori delle acque territoriali italiane, di poter sbarcare i profughi. La Alex, dell’ong italiana Mediterranea Saving Humans, ha invece ignorato il divieto e attraccato a Lampedusa. Anche nel caso di queste due navi, come spesso in passato, la Germania si è offerta di accogliere alcuni dei profughi nel quadro di una soluzione europea. Seehofer ha scritto già venerdì mattina alla Commissione Ue chiedendole di coordinare. La Germania respinge il principio secondo cui lo stato della bandiera della nave dovrebbe farsi carico del caso e Seehofer insiste su un meccanismo di ripartizione in Europa. «Chi salva vite umane ottempera a un diritto umanitario», ha detto un portavoce del suo ministero, il governo infatti ha già accolto quest’anno 228 persone, più di tutti nell’Ue. A fronte di quelli salvati in mare e accolti, Seehofer procede però col pugno duro su rimpatri e espulsioni. Giorni fa è emerso che centinaia di migranti entrati illegalmente in Germania in base agli accordi di Dublino (i dublinanti) sono stati rispediti in Italia: oltre 700 fra gennaio e maggio. In parte imbarcati su voli charter con la forza e addirittura sedati. Le procedure di ricollocamento europee sono lente e possono durare mesi e anche più perché prevedono le registrazioni e a volte anche le pratiche, ancora più laboriose, per l’asilo. Nel frattempo i migranti dovrebbero rimanere in Italia. L’ OPINIONE PUBBLICA L’uscita buonista di Seehofer è in sintonia con l’opinione pubblica in generale molto sensibile sul tema (ieri in migliaia hanno dimostrato in sostegno delle ong). Lo Spiegel dedica la copertina a Carola, che se la prende pure con il governo tedesco: nessuno voleva aiutare, «si sono rimpallati la patata bollente». La critica non è piaciuta a Horst. Anche in Germania c’ è aria di campagna elettorale con la Spd tentata di uscire dalla coalizione con la Merkel. E il 16 si vota per la nomina di Ursula von der Leyen alla Commissione Ue. Spd e Verdi non la voteranno: fare la voce grossa contro Salvini potrebbe risultare gradito agli alleati di governo Spd. Flaminia Bussotti © RIPRODUZIONE RISERVATA.