Riccardo Muti trionfa a Monaco con l’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese 

Riccardo Muti con l’Orchestra Sinfonica Radio Bavarese BRSO Muti (C) BR Severin Vogl

Monaco – Instancabile Riccardo Muti. Dopo una maratona ai primi di maggio a Vienna con i Wiener Philharmoniker per i 200 anni della Nona di Ludwig van Beethoven, un concerto subito dopo con i Wiener alla Waldbühne a Berlino e, a seguire, sempre con i Wiener, una tournée in Italia a Ravenna, Firenze e Bari, il maestro dalle sette vite e dalla energia inesauribile, è approdato a fine maggio a Monaco di Baviera per tre concerti alla Isarphilharmonie con l’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese (BRSO), una delle poche compagini musicali a cui si sente molto legato e il cui legame data 40 anni. Intesa evidente e plastica che il pubblico afferra, tocca quasi con mano, e se ne lascia coinvolgere durante le oltre due ore dell’esecuzione.  

BRSO Muti (C) BR Severin Vogl

In programma composizioni sacrali nella prima parte: il Te Deum di Joseph Haydn e la Messa nr. 2 in sol maggiore di Franz Schubert. E la fantasia sinfonica ‘Aus Italien’ di Richard Strauss nella seconda. Il coro, quello della radio bavarese che Muti considera uno dei migliori del mondo. Solisti, il soprano australiano Siobhan Stagg, che la celebre cantante Christa Ludwig definì “una delle voci più belle che io abbia mai sentito”, il tenore tedesco Julian Prégardien e il basso baritono italiano Vito Priante.

Il maestro ha diretto con movimenti minimalisti (sempre più contenuto il suo gesto con l’età) ma tanto più chiari, determinati e precisi in magica sintonia con l’orchestra.

Muti durante le prove BRSR Muti (C) BR Severin Vogl

Il brano ‘Aus Italien’, dall’Italia, composto da Strauss a 22 anni, ricorre spesso nel repertorio di Muti. Con i suoi quattro movimenti dai titoli suggestivi (Nella campagna, Tra le rovine di Roma, Sulla spiaggia di Sorrento, Vita popolare a Napoli) ha un effetto molto seducente all’estero, soprattutto fra i tedeschi ‘malati’ e nostalgici dell’Italia a partire da Goethe, e poco importa se in realtà a Sorrento la spiaggia non c’è e se le note dell’ultimo movimento, ricalcate su Funiculí Funiculá di Luigi Denza, sono un involontario plagio del compositore tedesco. Strauss, che aveva sentito la canzone durante un viaggio a Napoli sei anni dopo la sua uscita, pensava si trattasse di un canto popolare napoletano, ma si sbagliava: Denza gli fece causa, la vinse e Strauss dovette pagargli i diritti d’autore.

Applausi al maestro con i solisti  BRSO Muti (C) BR Severin Vogl

Pubblico entusiasta, applausi e ovazioni dopo tutti e tre i concerti (30, 31 maggio e 1 giugno) e profluvio di elogi dalla critica. “Musica appassionata” titola la Süddeutsche Zeitung che incorona Muti “icona imperiale della vecchia scuola di direzione e maestro di autentica italianità”. “Riccardo Muti fa risplendere la Isarphilharmonie”, scrive Kirsten Liese su ‘Der Klassik-Blog’, mentre Oliver Bernhardt ricorda su ‘Klassik.Com’ che la Messa di Schubert è stata suonata per la prima volta nei 75 anni di vita della BRSO nel 2002 con la direzione di Muti. “E ora, più di 20 anni dopo, il maestro ha rimesso questa amata composizione nel suo programma”.

Applausi finali alla Isarphilharmonie  BRSO Muti (C) BR Severin Vogl

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.