dl Flaminia Bussotti
c Richard Hübner/Berlinale 2023 (Pubblico in sala nel Berlinale Palast)
Berlino – Apertura nel segno della cinematografia tedesca della Berlinale (13-23 febbraio): è toccato al film di Tim Tykwer, famoso per pellicole come Run Lola Run, Cloud Atlas, Babylon Berlin, l’alzata simbolica del sipario di questa 75ma edizione del festival del cinema, con ‘Licht’, luce, film non in concorso presentato nella sezione Berlinale Special, nato da una coproduzione franco tedesca. È la storia di una famiglia media borghese dove ognuno vive la sua vita per i fatti suoi senza relazionarsi con gli altri. L’equilibrio sembra apparentemente tenere fino a che compare nella famiglia una misteriosa governante, una rifugiata siriana appena riparata in Germania, che fa scoppiare le contraddizioni interpersonali e saltare l’apparente statica famigliare.
c Alexander Janetzko/Berlinale 2025 (Fabio Testi con il cast di Riflessi di un diamante morto)
In concorso la pellicola della coppia francese (che vive a Bruxelles) Helene Cattet e Bruno Forzani, ‘Riflessi su un diamante morto’ con protagonista un brillante, redivivo Fabio Testi, che da fusto patinato dei suoi anni migliori ritroviamo in forma smagliante dei suoi illustri 83 anni. Una ex spia dandy sul viale del tramonto che osserva la vita, e una avvenente apparizione femminile, dalla terrazza di un albergo di lusso sulla Costa Azzurra. Fra immaginazione, ricordi e allucinazioni ripercorre il suo passato di agente segreto attraverso i riflessi del diamante di un piercing sui capezzoli della donna. Una spy story pulp e noir con montaggio frenetico e ampio uso di sangue, fumetto e splatter.
c Alexander Janetzko/Berlinale 2025
L’attrice scozzese premio Oscar, Tilda Swinton (64), alla consegna dell’Orso d’oro alla carriera, ha confermato la sua fama di accesa attivista con dichiarazioni forti sulla guerra in Medio Oriente, un endorsement per la causa palestinese, e dichiarandosi una grande ammiratrice del BDS, il boicottaggio di Israele (Boycott, Divestment and Sanctions). L’attrice, che nel 2009 aveva presieduto la giuria del Festival, ha anche annunciato di volersi prendere una pausa di un anno dal set: quando dopo Berlino tornerà a casa in Scozia “farò qualcosa di diverso”, se lo augurava da 15 anni.
c Richard Hübner/Berlinale 2025
c Ali Ghandtschi/Berlinale 2025 (Cast di Cosa sa Marielle)
‘Cosa sa Marielle’ è il divertente film del tedesco Frédéric Hambalek, classe 1986, originario di Karlsruhe, presentato in concorso al Festival. È la storia di una ragazzina di 12 anni che acquisisce capacità sensitive e telepatiche a seguito di un sonoro ceffone ricevuto. Marielle è in grado di percepire, vedere e sentire scene alle quali non ha assistito e che i protagonisti non necessariamente vorrebbero rendere pubblliche. Diventa una specie di coscienza e oracolo per i genitori che in realtà ne farebbero molto volentieri a meno perché – questo è il velo di menzogna che straccia la ragazzina con la sua nuova acquisita facoltà – vengono pizzicati in situazioni poco edificanti e sconvenienti. La madre, la bravissima Julia Jentsch, mentre flirta in modo alquanto spinto con un collega in ufficio con la fantasie di usare la scrivania in mancanza di un letto. E il padre (Felix Kramer), art director di una casa editrice, che millanta in famiglia di avere messo in riga un suo dipendente che criticava senza tanti giri di parole la sua scelta di una copertina di un libro: un gabbiano in volo, bocciato dal sottoposto come uno “pseudo Magritte”. Uno, due episodi in cui la ragazzina fa capire di essere a conoscenza di tutto e non ha senso mentirle, che i genitori, entrambi con la coscienza sporca, si allarmano e si rendono conto che la loro figlia è dotata di poteri straordinari che non possono ignorare. Si esercitano quindi a essere perfetti: lui cerca di fare il capo vero, lei liquida di colpo in bianco il potenziale amante. La recita però non può funzionare alla lunga, serve un rimedio che arriverà con modalità insolita.
c Richard Hübner/Berlinale 2025 (Cosa sa Marielle)
‘Blue Moon’, film di Richard Linklater, con Ethan Hawke, presentato in concorso alla Berlinale, e molto applaudito alla preview per la stampa e dal pubblico alla proiezione in sala. Un biopic sulla vita del paroliere e librettista negli anni trenta, Lorenz Hart, interpretato da Hawke, che entra in una profonda crisi esistenziale perché il musicista Richard Rodgers (Andrew Scott), con cui ha celebrato assieme grandi successi di musical a Broadway, si è sganciato e il duo non fa più coppia. Hart deve affrontare anche problemi di salute psichica e di alcolismo. Il film scava nel suo universo interiore e il setting principale è il famoso ristorante di personaggi dello spettacolo, Sardi’s a New York. Decisiva la scena della prima dello show Oklahoma! a Broadway che segna il debutto di Rodgers con Oscar Hammerstein che ha preso il posto di Hart.
c Alexander Janetzko/Berlinale 2025 (Blue Moon, Ethan Hawke e cast)
Alla conferenza stampa su Blue Moon, definito un film che racconta la storia di un’amicizia, Hawke, trasformato per il ruolo nel film (capelli tinti con riga e riposto) ha fatto anche uno statement in difesa dell’arte: sbagliato fare arte per denaro. “Se mettiamo il denaro al primo posto si ottiene è un’arte generica” che magari viene considerata come la migliore dalla maggior parte della gente: “se vuoi un altro tipo di arte bisogna chiederla, ma non si fa dato che tutti pensano che con questa non si fanno i soldi”, ha detto l’attore confessando che pensava a questa sceneggiatura da 12 anni ma aspettava il momento giusto per confrontarcisi.
c Ali Ghandtschi/Berlinale 2025 (Blue Moon, cast sul tappeto rosso)