Die Migrations-Debatte: die Sicht von aussen der Korrespondentin Flaminia Bussotti

THE EUROPEAN Dezember 2016

Ist Merkels Neo-Biedermeier vorbei?

Deutschland? Aber wo liegt es? Ich weiß das Land nicht zu finden.“ Das Zitat aus Goethe und Schiller könnte als Vademekum für jeden Beobachter des Landes gelten. Ein wuchtiges Land mit schwierigen Grenzen, mitten im Kontinent mit einer komplizierten Seele. Ein gewaltiger Riese, eingeschüchtert von seiner Vergangen-heit, der oft Angst bei den Nachbarn hervorruft und noch öfter Angst vor sich selbst hat. Ohne das Prisma der Angst und der Vergangenheit ist Deutschland nicht zu entziffern. So war es zumindest für mich als jahrelange Korrespondentin und Begleiterin dieses Landes. Hölderlin, Heine, Kant, Bach und die vielen anderen Giganten und dann das Monster, das Ungeheuer schlechthin: Auschwitz. Wie erklärt sich das? Wie konnte es überhaupt möglich sein im Land des Geistes? Fragen, die sich tief ins Bewusstsein brennen, die nicht neu sind, die sich aber jeder Deutschland-Beobachter stellt und sich stellen muss.

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Riccardo Muti: intervista Messaggero durante tour con Wiener in Giappone

 

IL MESSAGGERO 13 novembre 2016

Il maestro Muti si racconta dopo l’ ennesimo trionfo in Giappone dove ha portato Le nozze di Figaro con l’ Opera di Vienna «É una delle poche orchestre riconoscibili per la particolarità del suono e del colore». Il 29 sarà con la Cherubini a Bergamo

Muti: «Io e i Wiener un legame speciale»

L’ INTERVISTA TOKYO Le opere sceniche sono diventate rare per Riccardo Muti, che da qualche tempo predilige l’ esecuzione in forma di concerto. Tanto più prezioso quindi quando dirige un’ opera scenica, come questi giorni in Giappone dove porta Le Nozze di Figaro di Mozart con l’ Opera di Vienna. Alla prima il 10 nella Kenmin Hall a Yokohama, Muti, che gode qui di status semidivino come l’ imperatore, è stato osannato. Boati e ovazioni con picchi di decibel superiori a queste latitudini. Entusiasmo anche per la messa in scena (quella storica di Jean-Pierre Ponnelle), l’ eccellente cast (Ildebrando D’ Arcangelo, Eleonora Buratto, Rosa Feola, Alessandro Luongo, Margarita Gritskova) e l’ Orchestra della Staatsoper, che altro non sono che i Wiener Philharmoniker. Il 29 novembre Muti sarà con la Cherubini a Bergamo (atteso anche il Presidente Sergio Mattarella) per i 50 anni della sua carriera, e il 20 dicembre dirigerà la Filarmonica di Israele, che esordì nel 1936, quando si chiamava Orchestra di Palestina, con Toscanini: «Ripeteremo esattamente lo stesso concerto», sottolinea. Continua a leggere

Rita Monaldi & Francesco Sorti, das italienische Schriftstellerpaar im ‚Exil‘ in Wien

DER STANDARD 1. Oktober 2016

Wien – Der Weg dorthin könnte als Einführung in ihre Romane gelten: vom Stephansplatz nimmt man einen Bus, dann eine Straßenbahn, danach muss man etwa zehn Minuten zu Fuß gehen. Die letzten 100 Meter steigt man über einen schmalen, steilen Pfad, wo keine Autos fahren dürfen. Das Haus über die Weinberge Wiens, wo Rita Monaldi und Francesco Sorti wohnen, ist verkehrsuntauglich und nur für Fußgänger zugänglich. Das italienische Schriftstellerpaar hat etwas von Bestseller-Stars und antiken, eremitischen Mönchen. Ihre Romane auch. Sie sind grenzüberschreitend historisch und imaginär, borderline zwischen Realität und Fiktion. Continua a leggere

Riccardo Muti: “Ich mag keine Kompromisse”

DIE ZEIT 20. September 2016

Der Dirigent Riccardo Muti gilt als einer der besten Verdi­ und Mozart-­Interpreten unserer Zeit. Ein Gespräch über Glanz, den Drang nach Perfektion, über Skandale – und den Spagat der klassischen Musik in einer globalisierten Welt

In Chicago, der Stadt Barack Obamas, ist er fast so populär wie der US-Präsident. In Wien und Salzburg wird er seit 45 Jahren verehrt. Seine Heimat Italien, wo er den Maggio Musicale Fiorentino, die Mailänder Scala und die Oper in Rom leitete, vergöttert ihn geradezu
– letztes Jahr brachte man ihn sogar für den Quirinale ins Gespräch, also als Staatsoberhaupt: Riccardo Muti ist einer der berühmtesten Dirigenten der Welt. Im Juli ist der gebürtige Neapolitaner 75 geworden. Wir treffen ihn in seinem Haus in Ravenna. Bei dem Gespräch ist sein Hund dabei, ein kleiner Boston-Terrier namens Attila, den freilich nichts mit dem kriegerischen Hunnenkönig verbindet, der Giuseppe Verdi einst zu einer Oper inspirierte.

DIE ZEIT: Maestro, das Leben eines Dirigenten scheint voller Erfolge und Glamour zu sein. Leben Sie ein solches Leben, haben Sie es gelebt?  Continua a leggere

Salisburgo: intervista Helga Rabl-Stadler, lady di ferro al comando Festival

IL MESSAGGERO 20 Agosto 2016

Salisburgo – Da 21 anni alla guida di Salisburgo, con riconferma scontata fino al 2020 quando il Festival compie 100 anni. A 68 anni, Helga Rabl-Stadler – carriera politica alle spalle, modi squisiti e sempre elegantissima – porta l’età con leggerezza e orgoglio. Il Festival più importante del mondo lo governa col sorriso sulle labbra e pugno di ferro. Austriaca per forma e protocollo, salisburghese di nascita, l’Italia nel cuore: giorni fa l’ambasciatore italiano le ha conferito l’onorificenza di ‘Grande Ufficiale dell’ordine della Stella d’Italia’ e nel ringraziare lei ha confessato il suo legame “genetico” con l’Italia essendo nata il 2 giugno 1948, assieme alla Costituzione. Continua a leggere

Festival di Salisburgo 2017: basta trilogia Mozart, si entra nell’era moderna

IL MESSAGGERO 29 Agosto 2016

Berlino – Dopo 41 giorni, 192 rappresentazioni e il pieno al botteghino, il Festival di Salisburgo si avvia alla fine (il 31) ma già si solleva, in forma di anticipazioni, il sipario sulla prossima edizione che si annuncia come una mezza rivoluzione con un programma decisamente innovativo.

Quest’anno tre nuove produzioni di opere in cartellone, fra cui la prima assoluta dell’inglese Thomas Ades, The Exterminating Angel, ispirata al film di Luis Bunuel, che ha attirato il maggior consenso della critica. Le altre produzioni erano L’Amore di Danae di Richard Strauss – allestimento opulento con ori e colori fantasmagorici del lettone Alvis Hermanis, con il soprano Krassimira Stoyanova e Franz Welser-Möst sul podio dei Wiener Philharmoniker – e il Faust di Gounod con regia cerebrale minimalista dell’austriaco Reinhard von der Thannen (Piotr Beczala e Ildar Abdrazakov nei panni di Faust e Mefistofele e Maria Agresta in quelli di Margherita). Riproposta anche la trilogia Da Ponte-Mozart (Nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte) con la regia rinfrescata di Eric-Sven Bechtolf, il regista e attore tedesco era al suo ultimo anno di sovrintendente del Festival: gli succede nel 2017 Markus Hinterhäuser Continua a leggere

Uomo armato assalta cinema in centro commerciale Assia, ucciso in intervento teste cuoio

IL MESSAGGERO 24 Giugno 2016

Berlino – Ore di terrore in Germania ieri dopo che nel primo pomeriggio un uomo armato ha fatto irruzione in un cinema dentro un grande centro commerciale a Viernheim, nel sud dell’Assia, a 10 km da Mannheim. Immediato l’intervento delle teste di cuoio che, accertata la situazione di pericolo per la gente, hanno aperto il fuoco e freddato l’uomo. Notizie contrastanti si sono susseguite  inizialmente nei collegamenti in diretta tv.  Continua a leggere

Austria, un Verde presidente, estrema destra potrebbe scatenarsi a prossime elezioni

IL MESSAGGERO 24 Maggio 2016

Vienna – L’Austria ha votato e, al termine di una corsa a ostacoli, in due tornate, senza precedenti nella storia del Paese, ha eletto presidente Alexander Van der Bellen, il candidato dei Verdi che al primo turno era arrivato secondo dietro il candidato dell’estrema destra, Norbert Hofer. Sarà il primo presidente Verde del Paese. Dopo un testa a testa serrato, e uno scrutinio al cardiopalma che ha reso necessario spulciare fino all’ultima scheda per essere sicuri del vincitore, il ministero degli interni Wolfgang Sobotka ha annunciato poco prima delle 17 ieri il risultato: 50,3% contro 49,7%, un vantaggio per Van der Bellen di soli 31.026 voti. Anche questo uno scarto minimo record. Fino all’ultimo sembrava invece che avrebbe vinto Hofer. Scenario che preoccupava molto anche all’estero. Grande sollievo quindi, anche in Italia, nelle reazioni in tutta Europa in un momento in cui il continente sembra contagiato euroscetticismo. Continua a leggere

Dominique Meyer: intervista a sovrintendente Staatsoper Vienna

IL MESSAGGERO 24 Maggio 2016

Classe 1955, francese, Dominique Meyer è il sovrintendente dell’Opera di Stato Vienna dal 2010, uno dei teatri lirici più importanti al mondo con bilanci in attivo, recite circa 300 sere l’anno e pubblico in coda, spesso giorno e notte, per i biglietti. Il suo contratto è stato rinnovato fino al 2020

In privato aveva fatto capire che se avesse vinto Hofer si sarebbe dimesso. Respiro di sollievo?

Beh, respiro. Sono veramente felice sia andata così. Abbiamo festeggiato con lo champagne. Non ho voluto dirlo prima perché sono straniero, era una mia decisione, non volevo si dicesse che volevo influenzare gli austriaci. Anche dopo sei anni mi sento sempre un ospite. Ma non avrei voluto lavorare con quel partito (la Fpö) perché ho idee opposte. Io sono sempre stato per l’apertura, la generosità, la tolleranza ma non sono stato mai iscritto al partito socialista anche se in passato ho lavorato con loro (Pierre Beregovoy e Jacques Lange). Sono aperto, ho lavorato anche con i conservatori, sono per il compromesso ma su alcune cose non si può passare sopra. È stato duro aspettare i risultati. Questo lavoro è il sogno della mia vita, lavoro giorno e notte per l’Opera, i Wiener Philharmoniker sono la mia vita e per loro ho rinunciato a tante cose, per me sarebbe stato peggio di un suicidio. La mia squadra mi è stata molto vicina, ho provato molto calore umano. Continua a leggere

Bufera Austria, lascia il Cancelliere Werner Faymann

IL MESSAGGERO 10 Maggio 2016

Berlino – Spazzato via dal terremoto di estrema destra al primo turno delle presidenziali in Austria, il cancelliere e leader socialdemocratico, Werner Faymann, si è dimesso da tutti gli incarichi in una mossa non del tutto inattesa ma che lascia comunque spiazzato il Paese a 13 giorni dal ballottaggio delle presidenziali. Manca un “forte appoggio” del partito, quello della maggioranza non basta: “traggo le conseguenze da questo insufficiente appoggio, mi dimetto dalle funzioni di capo del partito e cancelliere”, ha annunciato ieri ringraziando di avere avuto “l’onore di essere stato per sette anni e mezzo cancelliere della Repubblica austriaca”. Continua a leggere